Alla partenza nei pressi del Passo Sella
Prima esperienza per mio nipote Marco di 6 anni.
Arriviamo al passo Sella il venerdì sera alle 21 e dopo una breve rinfocillata, predisponiamo il giaciglio per la notte, noi con la notra tendina autohome, sopra la macchina e mio cognato dentro la macchina con un materasso gonfiabile.
La notte passa (anche se un grupppo di ragazzi hanno fatto confusione tutta la notte) e alla mattina, dopo una breve colazione, partiamo dal parcheggio dell'impianto che porta alla forcella del Sassolungo, per la nostra prima meta: il rifugio Toni Demetz.
Seguiamo la stradina sterrata per i primi 50 metri che porta verso la città dei sassi, poi seguiamo le indicazioni e prendiamo il sentiero che sale per i prati verso sinistra. In leggera pendenza tra il verde riusciamo anche a vedere qualche bellissima Stella Alpina, ormai una rarità vicino ai sentiri. Questo ci dice che non molte persone salgono a piedi, ma sfruttano l'impianto. Un po più rapidamente prendiamo quota ed iniziamo ad avvicinarsi ai primi grandi massi, per poi passarli e puntare verso il grande canalone detritico che scende dalla forcella del Sassolungo.
Ora il sentiero si fa più ripido, ma con molti zig-zag ci fa guadagnare velocemente quota ed in breve sraggiungiamo la forcella ed il rifugio Toni Demetz. Marco, tutto eccitato (ha fatto quasi 600 metri di dislivello) va a comprare la sua agognata medaglietta del rifugio e mette il timbro nel suo nuovo libretto dei timbri dei rifugi.
Breve bevuta e poi via in discesa verso la seconda meta, il rifugio Vicenza. Dal Demetz si scende dentro la gola del Sassolungo, noi abbiamo trovato ancora qualche chiazza di neve, quindi con attenzione tra qualche roccetta, perdiamo subito quota. Per Marco che ha le gambe un terzo delle nostre ogni passaggio è un'arrampicata, ma si vede che è contentissimo. Scendiamo ancora tra ripide curve, facendo sempre attenzione a non scivolare e raggiungiamo le ghiaie inferiori, da dove il sentiero torna ad essere molto facile. Da qui in breve si raggiunge il rifugio Vicenza, posto su un pulpito di fronte all'Alpe di Siusi, con un panorama mozzafiato sul gruppo delle Odle.
Il nostro percorso ci porterà ora nel cuore dell'Alpe di Siusi, verso il rifugio Sassopiatto. Iniziamo la discesa con alcuni zig-zag, lasciando a destra il sentiero per il rifugio Comici e il giro del Sassolungo. Dopo alcune svolte raggiungiamo il bivio indicato per il rifugio Sassopiatto e lo seguiamo. In leggera discesa, tra ghiaie e sfasciumi, aggiriamo il costone che scende da una propagine del Sassopiatto e superiamo il punto più basso del giro. Da qui si inizia ad entrare in un altro ambiente, ricco di prati, alberi, arbusti, stiamo entrando nel mondo dell'Aple di Siusi e ei suoi folletti.
Tra un rado bosco iniziamo laripida salita che ci porterà sulla cresta erbosa che vediamo 200 metri sopra di noi. Passando tra una strettoia, formata da alcuni massi abbiamo la fortuna di vedere ed accarrezzare un branco di cavalli, facciamo le foto di rito e poi ci rilanciamo verso la nostra meta. Marco inizia a sentire un po di stanchezza, ma riusciamo a renderlo ancora interessato ala salita ed infine con alcuni zig-zag raggiungiamo il crinale. Da qui il panorama si apre, l'Alpe di Siusi si mostra in tutto il suo splendore: sotto di noi vediamo la Malga Zallinger, più lontano il rifugio Alpe di Siusi, il rifugio Molignon, poi si vede l'impianto Eolico nei pressi del rifguio Alpe di Tires, e sullo sfondo il Monte Pez (Sciliar) con il rifugio Bolzano), più una marea di malghe, fienili ed altro disseminate lungo tutto l'altopiano. verso est si erge maestoso il Catinaccio d'Antermoia e il gruppo del Larsec.
Ora il sentiero taglia a mezzacosta le propagini nord nord-ovest del Sassopiatto, tra pratti e ghiaie in mezz'oretta raggiungiamo la stradina sterrata che sale dall'Alpe di Siusi verso il rifugio Sassopiatto, facciamo gli ultimi 100 metri più ripidi e arriviamo al Giogo di Fassa dove è situato il rifugio Sassopiatto. Lo sguardo qui fugge verso il pendio glaciale della regina delle Dolomiti: la Marmolada, e vediamo una fila indiana lunghissima di perone che stanno salendo il fianco est del Sasspiatto. Marco, stanco, va a prendersi la sua meritatissima targhetta del rifugio con relativo timbro sul libretto. Per evitare che inizi a farsi sentire la stanchezza lo spingiamo a ripartire velocemente.
Seguiamno il sentiero a mezzacosta che punta ad una sella ben visibile sullo sfondo. Abbastanza in piano si segue il sentieo e con alcuni zig-zag ripidi alla fine raggiungiamo la sella. Il sentiero ora con leggeri sali e scendi si dirige verso il rifugio Sandro Pertini, si aggirano alcuni crinali, ed infine si raggiunge il rifugetto, posto ai piedi di un grosso masso. Altro stop per ottenere le targhette e poi via verso l'ultima meta il rifugio Federico Augusto.
Come per il Pertini si devono aggirare alcuni crinali che scendono dalle propagini del gruppo del Sassopiatto. Aggirato l'ultimo si vede il rifugio, si scende all'interno di una valletta e si risale gli ultimi metri ripidi fino al rifugio.
Da qui in breve si arriva ad una selletta sotto il Col Rodella e si scende verso il passo Sella. Ci teniamo alti sulla sinistra e tra prati superiamo l'ultimo crinale che scende da Punta Groham per poi puntare alla partenza della telecabina che porta alla forcella del Sassolungo, nostro punto di arrivo della giornata. Marco arriva entusiasta anche se stanco morto, alla fine ha percordo svariati chilometri, superando oltre 1000 metri di dislivello. Il giro è stupendo, facile e consigliabile a chiunque, ci regala scorci meravigliosi ed ambienti unici, nel cuore delle dolomiti.
<b>Percorso</b>:
Partenza telecabine Sassolungo - Rifugio Toni Demetz 1ora e 15 minuti
Rifugio Toni Demetz - Rifugio Vicenza: 30 minuti
Rifugio Vicenza - Rifugio Sassopiatto: 1ora e 30 minuti
Rifugio Sassopiatto - Rifugio Pertini: 30 minuti
Rifugio Pertini - Rifugio Federico Augusto: 30 minuti
Rifugio Federico Augusto - Partenza telecabine Sassolungo: 40 minuti
Totale: circa 5 ore.
Effettuata il 17 luglio 2010 (Federico, Chiara, Vincenzo, Marco).
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semplice |
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1000 m |
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normale dotazione per escursioni. |
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5 ore |
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Itinerario bello, panorami mozzafiato, molto facile |
Categoria: Escursioni Facili
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21 ottobre 2010, alle 10:50 Federico scrive: Ciao Michela, me ne avevano parlato, quest'anno ormai è andato, ma l'anno prossimo cedrò di andarla a fare.
1Ciao
Federico
21 ottobre 2010, alle 10:31 michela rinadi scrive: bellissimo itinerario, l'ho fatto più volte essendo amante della val gardena sia d'estate che d'inverno. ti consiglio una bella ferrata che ho fatto a settembre, la ferrata sandro pertini allo stevia che dalla vallunga ti porta al rifugio stevia, è un percorso perfettamente e completamente assicurato, ottimo il paesaggio e la ,vista ti assicuri è mozzafiato. ciao michela.
228 luglio 2010, alle 03:28 Federico scrive: Ciao Stefano, quello che proponi è un bellissimo giro, l'ho fatto alcuni anni fa in discesa venendo dalla hintergrat all'Ortles. Ciao federico
327 luglio 2010, alle 16:30 Stefano scrive: Bellissimo giro, questo fine settimana tempo permettendo lo farò anch'io. Un bel giro che ti consiglio: da Solda - 1906 mt - (laterale val Venosta - BZ)con sentiero 4 sali al rifugio Tabaretta - 2556 mt - e da qui prosegui alla forcella dell'orso - 2877 mt - giri verso sud proseguendo sulla cresta fino al rifugui Payer - 3029 mt - rifugio più alto dell'Alto Adige sotto l'Ortles posizionato su un costone di roccia; favoloso. Ciao Stefano.
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